Spezia e non solo. Nella massima categoria in troppi non hanno ancora completato il percorso: c’è chi chiede si assumano la responsabilità economica della loro scelta
Il calcio vuole ripartire per non fermarsi più, quindi pretende sicurezza. Il nuovo protocollo Figc dà indicazioni severe e precise su come limitare e gestire i contagi da coronavirus, ma quanto è accaduto allo Spezia preoccupa. L’ombra dei no vax del pallone si fa sempre più ingombrante e non è affatto semplice trovare una soluzione. Come noto in Italia non esiste l’obbligo di vaccinazione se non per le categorie che operano in ambito sanitario. Si discute degli insegnanti, di certo i calciatori non rientrano tra i professionisti per cui il governo può intervenire per scongiurare problemi su larga scala. La strada che si continuerà a battere è quella dell’informazione, ma c’è chi suggerisce che i no vax si assumano la responsabilità economica, oltre che morale, delle loro scelte. Al momento la situazione in Serie A è piuttosto buona, ha già ricevuto almeno una dose circa il 90% dei componenti dei gruppi squadra, ma mediamente esistono 2-3 elementi per club ancora non vaccinati. Molti si apprestano a farlo (la Lazio ad esempio è piuttosto indietro, ma il presidente Lotito ha già messo a punto un piano vaccinale di squadra per le prossime settimane), ci sono però alcuni giocatori che non hanno aderito ai primi inviti delle società. La speranza è di convincere tutti prima della partenza del campionato, tra un mese esatto.
Dalla Federcalcio è partito il primo spot pro vaccini quando a inizio maggio, con Immobile e Insigne immortalati davanti allo Spallanzani con il presidente Gravina e il professor Vaia, si è deciso di immunizzare tutti gli azzurri in partenza per l’Europeo. La Figc ha poi sollecitato le Leghe e l’Aic a sensibilizzare i propri tesserati e definito un nuovo protocollo anti Covid che prevede test in abbondanza per individuare presto qualsiasi contagio. Non solo, la Federazione si è anche offerta di fare da tramite con le autorità commissariali per agevolare il percorso vaccinale dei club: ne hanno approfittato in quattro, Milan, Fiorentina, Bologna e Empoli. Molte altre, dal Genoa alla Roma, si sono appoggiate alle strutture sanitarie regionali. Non si potrà obbligare nessuno, ma informando si spera di cambiare le cose.
Fonte: Gazzetta.it