Il fischietto turco ha penalizzato il Milan in Champions. E in passato ha fatto disperare la Roma, la Juve e il Napoli. Senza scordare l’andata dei playoff Mondiali Svezia-Italia del 2017…

Se arbitra Cüneyt Cakir il calcio italiano è legittimato a riflettere sul “dove” e il “come” potrà accadere qualcosa di turbolento. Lo dicono i numeri: il rapporto tra l’arbitro turco e le squadre (nazionali comprese) italiane è complicato. In 32 incroci, solo 10 volte abbiamo vinto con lui. Per il resto 18 sconfitte e 4 pareggi. Ma è entrando nelle pieghe di alcuni match che si intuisce perché il rigore di Milan-Atletico ha fatto riaffiorare certi ricordi.

Partiamo dagli Azzurri. Dal penultimo capitolo della disfatta dell’Italia di Ventura. Il 10 novembre 2017 la Nazionale perde in Svezia l’andata dei playoff per andare ai Mondiali in Russia. Toivonen sbraccia molto, forse troppo. Il secondo giallo non arriva anche se i margini ci sarebbero. L’allora presidente della Figc, Carlo Tavecchio, si lamenta di Cakir: “Ha ammonito le persone sbagliate”. Non si sa se sarebbe cambiato il destino, ma sappiamo come è andata la realtà nella gara di ritorno al Meazza.

NAPOLI, QUANTE DIFFICOLTÀ

Spicca il rapporto ruvido con il Napoli. Cakir lo ha diretto 7 volte: ha sventolato 12 volte i cartellini gialli e l’ultima volta nell’agosto 2020 (ottavi di ritorno) ha fermato i campani in Champions contro il Barcellona. L’1-0 dei blaugrana nasce da una spinta di Lenglet su Demme. E lì la partita gira, finendo 3-1 per i catalani. Il Napoli con Cakir vide anche sfumare la qualificazione alla fase a gironi della Champions nel preliminare contro l’Athletic Bilbao perdendo 3-1 in Spagna: l’arbitro turco però non fu “decisivo”.

Fonte: Gazzetta.it